Dall’animale al mio volto. Alla scoperta di un altro me…

Animali giocattolo e riproduzioni fotografiche saranno spunto per osservazioni e disegni. Lo studio attraverso il disegno e la copia: strumento per vedere meglio, per ricordare e capire come sono fatte le cose.

– L’autoritratto allo specchio… dopo aver guardato l’animale mi guardo allo specchio e mi disegno…
– L’autoritratto animalizzato: l’ultimo disegno di questo gioco fonde e sovrappone le due precedenti visioni: il mio volto si incontra e somma a quello dell’animale a creare un altro me, quasi dotato di super poteri sciamanici.

L’attività laboratoriale giunge così al fantastico della metamorfosi attraverso l’osservazione della realtà: un gioco impegnato sull’identità e sulle percezioni. Un lavoro sui modi di vedere e su come lo sguardo divenga strumento di crescita e acquisizione-selezione del mondo.

Animali illustrati e quasi fantastici

Sempre l’animale, questa volta visto attraverso gli occhi e le mani di grandi illustratori.
Questo laboratorio offre e permette due livelli di lavoro e lettura: da un lato le varie modalità rappresentative messe in atto dai disegnatori (come essi hanno guardato all’animale), dall’altro lato le tecniche grafico-pittoriche utilizzate, che saranno “rubate” per funzionare da stimolo e scintilla al fare del laboratorio.
L’animale poi come essere vivente familiare, giocoso e magico allo stesso tempo: nelle fiabe e nei racconti è spesso tramite o compagno per accedere ad un’altra dimensione… Per questo il laboratorio sarà accompagnato da brevi letture e visioni di libri, belli, importanti e preziosi, per vedere e sentire concretamente esempi di come guardare e pensare o incontrare gli animali, con stupore sempre.

Altri punti di vista offerti da Altan, Ghermandi, Luzzati, Lionni, Reviati, ecc.

Animali nell’arte.

Qui si vedrà come alcuni artisti hanno guardato e rappresentato l’animale, tra forza e mistero. L’animale che ci è così lontano e così vicino. La sua energia assomiglia forse a quella dell’artista.
Se il precedente laboratorio era essenzialmente grafico-pittorico, in questa terza fase entrerà prepotentemente un confronto con i materiali: l’attività ora è quasi sotto l’influsso di un fare animista. Sono i materiali stessi a possedere un’anima e a suggerire possibili percorsi, incontri ed intrecci creativi.
Oltre al lavoro sulla ricerca di mezzi e modalità espressive che aiutino a superare stereotipi rappresentativi, si innesta qui, sotto pelle, un discorso sul riciclo e recupero dei materiali, attraverso la loro trasformazione che avviene quando, in atelier, giochiamo a  fare gli artisti.

[Da una pittura materica e un poco selvaggia (Moreni, Kiefer, Barcelò, Samorì, Spazzoli) a materiali eterogenei e di recupero (Picasso, Calder, Nero, Pomelo) sino alla creta (Scardovi, Varoli).]