Gigi e Demo
tangenze e divergenze
a cura di Aldo Savini
dal 30 settembre al 15 ottobre 2023
Palazzo Sforza, corso Sforza 21
Cotignola RA
sabato 30 settembre
• Inaugurazione ore 17.30
• Annullo filatelico Cortile di Palazzo Sforza ore 17.30 – 20.00
Luigi “Gigi”, nato nel 1934 e Aristodemo “Demo”, di 4 anni più giovane.
Piuttosto limitata la produzione artistica di Gigi, per quello che è possibile recuperare da familiari o collezionisti. Principalmente vedute giovanili di Cotignola che rivelano un’attenzione alla costruzione dell’immagine con una certa vicinanza ad analoghi dipinti, fatti dalla finestra, di Arialdo Magnani. Più luminoso il piccolo dipinto dell’incendio del pozzo di metano del 1953 e più enigmatici i due quadri del Pierrot Lunaire, forse ispirati alla composizione musicale di Arnold Schoenberg.
Più articolato e complesso il percorso di Demo, nonostante le pause, i ripensamenti, la pittura è il terreno di ricerca e di verifica delle acquisizioni estetiche e poetiche, a partire da due opere giovanili, un Paesaggio di Cotignola e un Nudo femminile, per i quali si firma Liverani Aristodemo, più tardi l’abbandonerà per Demo. Sono ancora lavori “scolastici” di concentrazione e di studio sulla composizione, i volumi, le distanze, l’equilibrio formale. L’allontanamento da questa impostazione al ritorno dal lungo periodo della Sardegna con l’acquisizione di una propria identità trova compimento nella stagione dei “soffioni” e una cauta tangenza con l’”ultimo naturalismo” di arcangeliana memoria. La natura è fonte di ispirazione, non con intenti descrittivi ma metaforici e simbolici con le implicazioni introspettive ed esistenziali. I rimandi naturalistici sono l’occasione e il pretesto per la rottura con la tradizione paesaggistica della pittura in Romagna con qualche sconfinamento in ambito informale e soprattutto per avviare una riflessione sulla condizione umana e il senso della vita. Moreni sembra essere in agguato come attestano gli scritti di presentazione di Giovanni Scardovi, Giulio Guberti e Dario Trento per alcune mostre in Romagna, decisamente orientati verso soluzioni avanguardistiche. Gli anni Ottanta e Novanta sono segnati da alcune serie e dalla ripresa della figurazione antinaturalistica, tra cui la figura femminile incompleta, vulnerabile, con tracce intime sofferte, cicatrici profonde che indugiano sulla precarietà del corpo. Poi le macchine, agglomerati di funzioni indistinguibili che minacciano il primato umanistico soffocato dal dominio della tecnica, fino all’aggressione del computer che come per Moreni, che in quegli anni stava indagando anticipando l’avvento dell’intelligenza artificiale, riduceva il cervello a una macchina priva di autonomia. La salvezza si prospetta per Demo nel “finale di partita” con il recupero del mito, non quello classico, ma quello moderno identificato in Valentino Rossi che nonostante le manipolazioni mediatiche e commerciali, prospetta il riscatto dell’essere “uomo”, ovvero il recupero del rischio, la sfida al limite, il dominio del tempo e il superamento di forze avverse nella prospettiva della piena affermazione di sé.
Aldo Savini
Orari di apertura:
Venerdì 15.30-18.30 | Sabato e domenica 10-12 / 15.30-18.30
Apertura serale nei giorni della Sagra del vino dal 5 all’8 ottobre
