Dal museo al paesaggio disegna una mappa attraverso un percorso di muri dipinti che dal centro storico del paese, partendo dal Museo civico Luigi Varoli, si irradia e ramifica congiungendosi, non solo idealmente, al paesaggio e alla campagna, ai parchi e alle aree naturalistiche, approdando infine al luogo in cui durante il mese di luglio, in una golena del fiume Senio a Cotignola, si svolge “L’arena delle balle di paglia”.

A partire dalla seconda metà del mese di maggio 2018 la costellazione di muri dipinti tracciata in fieri dal progetto, si arricchisce ed espande grazie a una sequenza di nuovi interventi a opera di street artists che, com’è caratteristica e missione di questa sorta di museo espanso e geografia, restituiranno una serie di immagini ispirate e intrecciate a storie, memorie, identità, fantasmi e suggestioni specifiche del territorio.

Nell’estate del 2013, con una breve residenza dell’artista spagnolo Gonzalo Borondo, in occasione de “L’Arena delle balle di paglia”, festival che si svolge a Cotignola nel mese di luglio in una golena del fiume, prende il via un progetto (aperto e in crescita), che intende collegare il museo al paesaggio attraverso un percorso ramificato di muri dipinti; percorso che si snoda appunto a partire dal Museo Varoli fino ad arrivare al luogo in cui d’estate si svolge L’Arena delle balle, nel punto in cui il Canale Emiliano-Romagnolo interseca il fiume Senio.

Un sentiero questo che prevede il divagare del cammino e delle traiettorie, con un’idea di museo diffuso a governare il progetto, a estenderlo fino alla tutela e custodia del paesaggio, grazie anche alla felice collaborazione con il demanio e l’associazione culturale Primola: un percorso che abbraccia quindi il fiume e il suo argine, i campi coltivati, i muri e gli edifici disseminati lungo questo tragitto di poco più di 1 km, comprese le tre aree naturalistiche del Parco Pertini, Lago dei Gelsi e l’isola dell’Albaraz “adottata” da Primola.

Una costellazione di figure, tappe, fantasmi e apparizioni che si ricollegano alla storia e memorie del luogo, raccontate attraverso gli sguardi degli artisti: dalla Segavecchia alle celebri maschere in cartapesta di Luigi Varoli, dagli Sforza e la loro origine cotignolese ai giorni bui del fronte sul Senio durante la seconda guerra mondiale, compresa la vicenda dei “Giusti tra le Nazioni” e la resistenza cotignolese, una resistenza anomala e passiva, ma non per questo meno importante, capace anzi di coinvolgere un’intera comunità e fare di Cotignola un approdo di salvezza.

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