Percorso per la Scuola Primaria

Pittura perduta, pittura ritrovata.

L’attività in atelier si aprirà con un laboratorio di pittura astratta, pittura che sarà, in un secondo momento, distrutta, fatta a pezzi e riassemblata attraverso collage e sovrapitture che andranno a creare un volto: una trama, un’immagine ricostruita quasi come un’archeologia.
Alla prima fase, molto gestuale, libera e di sperimentazione ludica sugli effetti del gesto e del colore sulla carta, segue un secondo sguardo che utilizza alcune parti e brandelli delle carte precedentemente realizzate per una ricomposizione e nuova organizzazione dell’immagine.
Il caos come processo creativo… Il pittore è come un detective-archeologo che cuce gli strappi e riporta alla luce. Della pittura come pelle e geologia.

La pittura materica e quella liquida

In questo laboratorio sperimentiamo due modalità e consistenze differenti del medium pittorico, che non rappresentano solo due tecniche possibili, ma quasi due filosofie, due approcci molto differenti al fare e al vedere: da una parte la liquidità o della leggerezza, dall’altra la materia e la sua pesantezza.
Nel primo caso via libera a spugne, chine, acquerelli, pennelli a punta tonda, macchie e ad una pittura mobile, leggera e velata. Una pittura che gioca sulle sbavature e su equilibri instabili e precari. Sulla mobilità e trasparenza del pigmento.
Nel secondo caso il colore si addensa e cambiano radicalmente gli ingredienti come se il dipingere fosse simile al creare una ricetta (il pittore qui è una specie di cuoco): sabbie e segature mescolate al colore, strumenti insoliti che si affiancano ai pennelli, come spatole, pettini, stracci, bacchetti, ecc. Una pittura più selvaggia e cosmica, dalle superfici tattili, tra lo scavo e la sovrapposizione. Che si apre, ibrida, ed imbastardisce con l’incontro con materiali.

La macchia e lo scarabocchio: il volto come mappa

Dimenticarsi per un attimo del volto e utilizzarlo come un teatro o un campo di battaglia, uno spazio in cui far succedere cose. La pittura come stupore. Scoperte che nascono dalla casualità e dall’ascolto e attesa dell’immagine che imprevedibilmente affiora sulla carta. In questo incontro si lavorerà sull’imprevisto e sull’ostacolo intesi ed utilizzati come stimoli e meccanismi creativi: dall’utilizzo di carte già scritte e stampate (quotidiani, pagine di libri) alla macchia, dallo scarabocchio al collage di altri materiali quali carte e stoffe, dalla colatura del colore sino alla cancellazione parziale dell’immagine. Il volto come una geografia al cui interno possiamo perderci.
In questo laboratorio si farà un largo ricorso alle tecniche miste, mettendo perciò in campo anche una certa complessità dovuta alla presenza e scelta tra più materiali e possibilità. Le tecniche miste come luogo del collegamento…

Questo laboratorio e percorso si propongono di stimolare, facilitare e permettere l’incontro e prima conoscenza con il mondo dell’arte contemporanea, soprattutto per ciò che riguarda e concerne la pittura, linguaggio antico ma ancora vitale e sempre in evoluzione. Un incrocio e incontro tra l’arte e il bambino che avverrà attraverso la pratica diretta di modi di vedere e rappresentare “rubati” ad autori contemporanei.
Il fare è il centro e cuore pulsante di questa scoperta perché ai bambini spetta il compito di giocare a fare l’artista, sperimentando soluzioni ardite, complesse, insolite e gratificanti da un punto di vista visivo e manuale. Ad ogni incontro si affiancherà la visione di un’opera (presentata in diverse modalità: libri, proiezioni, visioni dal vero) che funzionerà da porta, anima e tema del singolo laboratorio: da qui la scelta dei materiali e tecniche, ispirate alla cosa veduta; opera che in atelier sarà “smontata” e ricostruita, attraverso gli occhi e le mani dei bambini. Rifare come processo di comprensione e non di emulazione.
Verrà proposto quindi un piccolo viaggio che offre una conoscenza diretta di tecniche, materiali e modalità operative volte a facilitare il superamento di stereotipi visivo-esecutivi e a stimolare un fare e sguardo creativo reso possibile e concreto dall’attraversamento di territori quali la casualità e l’imprevisto. L’arte come una scienza delle emozioni, l’arte come un meccanismo di stupore.