Dal 10 al 26 aprile 2015 L’ARGINE Museo civico Luigi Varoli

Manifesto “L’Argine”

L’argine

mostra dei disegni preparatori e storyboard

Galleria

Un fumetto di Marina Girardi e Rocco Lombardi

Una graphic novel, commissionata dal museo civico Luigi Varoli, sulla rete dell’ospitalità cotignolese, straordinario e anomalo esempio di solidarietà che ha permesso di nascondere, proteggere e salvare 41 ebrei dallo sterminio nazifascista e, parallelamente, anche su quei drammatici e lunghissimi 144 giorni in cui il fronte, stazionando lungo le sponde del fiume Senio, schiaccia Cotignola tra due eserciti riducendola a un paesaggio spettrale fatto di cumuli di macerie ed edifici sventrati.

Comune di Cotignola
Regione Emilia-Romagna
Museo civico Luigi Varoli
Palazzo Sforza, corso Sforza 21 Cotignola RA
Inaugurazione giovedì 9 aprile ore 18
Apertura mostra
dal 10 al 26 aprile 2015

In occasione e previsione delle celebrazioni e festeggiamenti per il 70° anniversario della liberazione di Cotignola dal nazifascismo, il Museo civico Luigi Varoli ha commissionato ai fumettisti Marina Girardi e Rocco Lombardi una graphic novel sulla rete dell’ospitalità cotignolese, straordinario e anomalo esempio di solidarietà che ha permesso di nascondere, proteggere e salvare 41 ebrei dallo sterminio e, parallelamente, anche su quei drammatici e lunghissimi 144 giorni in cui il fronte e gli eserciti alleati stazionano lungo le sponde del fiume Senio, dal novembre 1944 fino all’ultima tragica offensiva del 9 aprile 1945, che si conclude con l’entrata, avvenuta il giorno successivo, in una Cotignola spettrale, quasi totalmente rasa al suolo e cancellata dalle mappe dai bombardamenti alleati.

Due storie parallele che hanno come sfondo comune il paese e la piccola comunità della bassa Romagna, e una sorta di coraggiosa e ostinata resistenza passiva messa in atto dai suoi abitanti in entrambe le circostanze.

Il fumetto descrive un arco temporale che abbraccia poco meno di due anni, dall’armistizio dell’8 settembre ’43 alla liberazione del 10 aprile ’45, con una narrazione in cui si intrecciano inevitabilmente i grandi avvenimenti e, soprattutto, le microstorie, quelle di un piccolo  paese e dei suoi abitanti, capaci di mettere in piedi, a partire dal coraggio e altruismo del macellaio, antifascista e commissario prefettizio Vittorio Zanzi, una rete di accoglienza, ospitalità e protezione che coinvolge un’intera comunità, dall’amministrazione comunale alla curia, dai gruppi partigiani alle singole famiglie che mettono a disposizione le loro abitazioni, non solo a ebrei, ma anche a sfollati e rifugiati politici.

E, a tratti interconnesso alle storie di queste famiglie di ebrei che qui convergono, o a tratti successiva di pochi mesi, l’altra reazione “contraria” dei cotignolesi, che, a fronte di un paese sempre più ferito dai continui e prolungati colpi e bombardamenti a tappeto, non sfollano, ma qui restano nascondendosi in un serie di rifugi, per lo più sotterranei, costringendosi a una vita quasi da topi, per poi emergere, ogni volta, dentro a un panorama sempre più irriconoscibile, fatto di cumuli di macerie, case sventrate e morte.

Marina Girardi e Rocco Lombardi, autori con due distinti e differenti percorsi artistici (e compagni nella vita), si misurano per la prima volta con un impegnativo lavoro a quattro mani, in cui gli sguardi, le scelte narrative e stilistiche, e talvolta i disegni stessi, si fondono in un racconto che sfugge al rischio retorico o didascalico, ricorrendo a un felice stratagemma ed espediente narrativo, onirico e poetico al tempo stesso, che abbandona i commenti fuori campo per affidare la descrizione degli eventi direttamente alla voce e ai gesti, ai pensieri e alle visioni di due bambini: Lea e Emilio.

Bambini che diventano, un po’ magicamente, indossando talvolta anche grandi maschere di cartapesta, i protagonisti diretti di questi fatti e, al tempo stesso, spettatori empatici e narratori degli accadimenti attraverso continui flashback che, quasi come teatrini della memoria, riportano a galla episodi e ricordi dolorosi, a volte invece, pur se calati in questo scenario e contesto drammatico, anche lievi e divertenti.

E così sfila, e compare tra le tavole, via via, una galleria di personaggi e di fatti che questi protagonisti portano con sé: dal già citato Vittorio Zanzi all’artista Luigi Varoli, dal partigiano Leno a Don Stefano Casadio fino alla “operazione bandiera bianca”, dalle famiglie Ottolenghi e Oppenheim, di cui Emilio e Lea fanno parte, alle famiglie Tampieri e Drei, e alla canonica di Budrio e Don Antonio Costa, che li hanno ospitati durante quei mesi; e poi altre figure eccellenti, in quei giorni impegnate a Cotignola come Giovanni de Lorenzo e Ernesto de Martino, e infine, l’altra vera protagonista di questa vicenda, l’intera comunità cotignolese, schiacciata tra due eserciti, e resistente; e un territorio tutto, ferito a morte, con le sue case e campagne e alberi e bestie e persone e abitudini segnate in maniera indelebile dal fronte bellico.

Da qui, il titolo del fumetto, L’argine, un argine fisico e tangibile, quello del Senio, piccolo fiume o torrente attorno a cui si svolgono le vicende e su cui si ferma la guerra per un tempo che pare interminabile, e un argine metaforico e altrettanto concreto al tempo stesso, quello che affiora e si  delinea dalla reazione della città di Cotignola e dei suoi abitanti.

Il fumetto, o graphic novel che dir si voglia, rappresenta qui il cuore e lo strumento, la chiave e il linguaggio vitalissimo per guardare ancora a questi avvenimenti attraverso altri punti di vista, per rilanciare e trasmettere la memoria dei fatti in altre forme che non mancheranno di sorprendere e catturare, grazie allo sguardo partecipe di due autori che ci restituiscono una personale e commovente visione di questa storia, fatta di lampi e bagliori che si accendono su alcuni dei suoi momenti più significativi e sui suoi molti protagonisti, senza l’ingenua pretesa di esaurire questa storia nella sua interezza, ma con l’intento di offrire un flusso di immagini e parole narrativamente ed emotivamente coinvolgenti, visivamente affascinanti, capaci di funzionare, crediamo, sia per chi è all’oscuro di questa vicenda, sia per chi già la conosce nei dettagli.

In mostra si potranno vedere, in anteprima assoluta, le matite originali e alcune tavole finite che compongo le pagine del romanzo a fumetti a firma di Marina Girardi e Rocco Lombardi; fumetto che in seguito cercheremo di far pubblicare da una casa editrice, perché nostra, e degli autori, è la convinzione che quest’opera, e la storia che racconta, ambisca a un pubblico il più vasto e ampio possibile, grazie anche alla scelta di un linguaggio, quello dei fumetti, che finalmente e giustamente, anche in Italia, sta vivendo una fase di grande popolarità, attenzione e interesse.

Memorie di fiume
il cammino dei ricordi

Galleria

In occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario della liberazione della città di Cotignola dal nazifascismo, sabato 11 aprile 2015, all’interno de Il cammino dei ricordi, un percorso che ha toccato e congiunto alcuni luoghi significativi della memoria della città, attraverso una narrazione basata sulla rilettura e sull’interpretazione di testimonianze e documenti, i bambini della Scuola Arti e Mestieri hanno illustrato alcuni di questi racconti, brani e vicende reinterpretando le storie di ieri e innestandole sui luoghi che oggi vivono e abitano.

I disegni sono confluiti all’interno di una stanza in chiusura del percorso espositivo dedicato ai disegni e alle matite preparatorie di Marina Girardi e Rocco Lombardi per il fumetto L’Argine