Gonzalo Borondo | Arena delle Balle di Paglia, Cotignola, 2013

Il luogo è la golena del torrente Senio, al riparo di un boschetto di acacie, dove il fiume incontra il Canale Emiliano Romagnolo e dove a luglio si svolge l’Arena delle Balle di Paglia.

Qui Borondo, dopo aver dipinto vecchie fotografie di contadini riportandole con la solo bomboletta nera su di un muro fatto di balle di paglia durante il festival, ha fatto un secondo pezzo su una parete a ridosso dell’argine, riproponendo tonalità e tematiche divenute suoi tratti distintivi, ovvero uno stile estremamente pittorico e tonale, il cui l’energia del gesto diventa parte integrante del disegno, una nervosa tessitura dell’immagine che appare così come stratificata da segni e colpi che la rendono estremamente vibrante e sensibile, quasi tremante.

Emergono due volti perfettamente in sincronia: il primo si mostra con gli occhi sbarrati e bocca aperta, quasi stupito o assorto, il secondo ha gli occhi chiusi e sembra in contemplazione o nel sonno (dal punto in cui si trova il muro d’estate il sole tramonta direttamente nel canale… forse è l’effetto della palla di fuoco che sta a fronte, là in fondo…)

Gonzalo Borondo è un artista spagnolo, classe 1989, cresciuto a Segovia nella bottega da restauratore del padre. Si è trasferito a Madrid per studiare prima in un liceo artistico e poi presso l’Accademia di Belle Arti. A Madrid incontra il suo vero maestro Josè Garcia Herranz, nella cui bottega impara ad utilizzare varie tecniche e comprende definitivamente che il suo linguaggio preferito è la street art. Espone per la prima volta a Palazzo Segovia all’età di 17 anni, l’anno dopo entra a far parte del collettivo Trauma. Ha soggiornato in Italia grazie al programma Erasmus nel 2011 e per questo motivo ritroviamo molte sue opere per le strade di Roma.

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