Musicista e sound artist (Ravenna, 1978) 

La mappa sonora creata da Giovanni Lami è un vero e proprio archivio destinato ai posteri fatto di rumori e suoni ambientali registrati in vari luoghi e punti di Cotignola.
Tutto nasce da una domanda e intuizione, che si precisano poi in una commissione: come e cosa sentiremmo oggi se esistessero registrazioni di cinquant’anni fa? Che effetto avrebbero su di noi? Cosa ci racconterebbero? Quali emozioni proveremmo?
Può una mappa sonora, al pari di un archivio visivo, restituire le trasformazioni e i cambiamenti di un luogo? Può trattenere e delineare un paesaggio, ovvero qualcosa che è sempre frutto di una relazione complicata tra uomo e natura? E come restituisce questo dialogo, ora felice, ora drammatico, sempre frutto di fratture e compromessi?
Questa esplorazione e ascolto sul presente, che lo dilata entrando nelle profondità di questo mistero, espandendolo e chiedendoci attenzione, forse si rivolge principalmente al futuro al quale consegna, come enigmatici messaggi nella bottiglia, una serie di tracce che rappresentano un panorama immersivo e sconosciuto, a cui non sempre prestiamo il giusto ascolto, così abituati a un pervasivo e assoluto inquinamento sonoro che investe e corrompe gran parte dei nostri momenti, giornate e movimenti. 
Il nostro udito è uno di quei sensi che non possiamo chiudere o sospendere mai, eppure, fatta eccezione per alcuni momenti di tensione o paura, in cui tutto questo si amplifica enormemente e sensibilmente, non ci affidiamo ad esso in maniera così rilevante per decifrare il mondo intorno a noi.
A partire da registrazioni effettuate nel paesaggio antropico con modalità e tecniche diverse, da microfoni d’ambiente (gli uccelli, il vento, le voci e le risate dei bambini dentro a un laboratorio della scuola, un cantiere edile) a microfoni radio che catturano piccoli suoni particolari fino a renderli macroscopici (lo scoccare di una freccia o il tendersi della corda di un arco, il rumore di un pallone o dei passi sull’erba durante una partita di calcio), Giovanni Lami ci restituisce un paesaggio sonoro fatto di più piani e profondità.